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"S'inerpicava adagio,  il vibrato del violino, lungo i muri, fino al balcone e al pergolato, mentre la luce chiara scaturita da un lampione leggeva ora l'estasi quieta dei quattro suonatori, con le braccia avvinte alle chitarre, che sembravano ninfe uscite da un fiume. Si capiva che ognuno seguiva un pensiero. Un profumo o uno sguardo, o cos'altro, per sè, da carezzare tra quel nugolo di stelle adamantine, sotto il firmamento di quel calmo passaggio in sol minore...
 E il silenzio delle strade, dei vicoli, delle cantunère, percorso dal miele infinito di quei suoni, prendeva a ridestarsi piano, in controcanto ai sonni della gente, in una dolce lusinga di sirene..."
 
 da "Serenata", Isnello, 2003
 
 
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