FRANCO LUPO
Le Madonie




"Canto di Maggio" ad Isnello

Ognuno si porta appresso i ricordi delle fanciullezza, l'imprinting tenero e fatale col mondo dei suoni, delle immagini, degli odori, quelli che Proust chiamava "goccioline impalpabili dell'immenso edificio del ricordo". Ci accompagnano lungo la nostra esistenza, magari si affievoliscono nel corso degli anni, ma sono pronti a riaffiorare e talvolta a esplodere se sollecitati da un'immagine o da un suono e da qualsiasi altro antico e familiare racconto. Viene così a rilievo il nostro vissuto, che è naturalmente il vissuto dei nostri paesi, così simili nelle sofferenze e nelle gioie, nelle tradizioni e nelle speranze. E poichè, come è successo con questo bellissimo lungometraggio di Antonio Sottile, esso ci viene riproposto con l'intermediazione felice dei suoni e delle immagini, può trasformarsi in un avvenimento che lascia il segno nello spirito e nella memoria. E' successo anche a me, e a quanti assieme a me hanno assistito da spettatori, meravigliati e partecipi, allo svolgimento di un racconto artistico e culturale che è riuscito magnificamente a evocare, con una felice scelta delle sequenze musicali e della scansione poetica e religiosa delle vicende rappresentate, significativi percorsi di vita delle nostre comunità, di gruppi umani attaccati alla loro terra, alle loro tradizioni, alla loro religiosità, guidati dal filo conduttore che esprime la salda e comune identità di un intero popolo. Canto di Maggio, è una storia di fede e di umanità che non ha spazio e non ha tempo. Si svolge ad Isnello e tuttavia è come se si svolgesse in uno qualsiasi dei nostri paesi. E' bello quando i singoli membri di una antica comunitè umana si riconoscono nelle emozioni esistenziali, nella tradizione religiosa, nelle esperienze comuni, con l'abitante di un altro edificio, di un altro quartiere dello stesso paese, fino a poter affermare di essere fratelli, perchè figli della stessa storia e degli stessi sentimenti. La Frottola per la Festa del SS. Crocifisso, ad Isnello è un inno esultante di lode a Dio, composto nei secoli scorsi. La gente scende festosa dalle proprie case ad ascoltare il canto religioso di ringraziamento all'Altissimo. E si sente accomunata dallo stesso passato e dalle stesse speranze. Antonio Sottile ci ha regalato un'opera esemplare anche sul piano musicale. Si è avvalso delle immagini suggestive raccolte dal castelbuonese Vincenzo Di Stefano, che ha perciò contribuito in larga misura al successo del lungometraggio. Ha presentato la serata Anna Maria Guzzio. Impeccabile, al solito. Credo seriamente che Antonio Sottile debba essere interpellato dalle Amministrazioni dei nostri paesi - magari insieme al nostro Vincenzo Di Stefano - per regalarci testimonianze così significative come quella che ha donato alla sua Isnello.

FRANCO LUPO, giornalista del periodico Le Madonie