Palermo, Cattedrale 7 novembre 2007



Monreale, Duomo, 17 maggio 2008



Cefalù, Basilica Cattedrale, 2009



Mazara, Cattedrale, 2011

LA "FROTTOLA" DI ISNELLO

Era da poco iniziata la riunione con un gruppo di amici, quando irruppe, affannato, sorridente e coloratissimo, scusandosi per il leggero ritardo.
Fu così che quella domenica conoscemmo il maestro Antonio Sottile, e sentimmo parlare per la prima volta della "Frottola" di Isnello per la festa di S.Nicola, alla quale ci invitò.
Fu lì che ci recammo, era il sette Settembre, per passare un pomeriggio un poco diverso dagli altri. Io per rivedere quel paese, così particolare, che conoscevo da tanti anni, mia moglie, Ulrike, che è tedesca ed affascinata dalla Sicilia, per gustare l'atmosfera di una festa patronale siciliana. E niente di più...
Quando entrammo nella Chiesa Madre del paese, restammo sbalorditi per il numero dei coristi, almeno cento, che scaldavano la voce, seguendo i suoni che il Maestro emetteva e prendendo nota dei suoi consigli e delle ultime raccomandazioni.
La Processione si mosse lungo le strette ed antiche vie del paese adagiato alle pendici dell'alto monte che lo protegge, come una possente fortificazione.
Il Santo, il Coro, gli stendardi e la Banda e i sacerdoti avanzarono lungo il corso, ornato di balconi decorati e affollati di gente. Qua e là una finestra chiusa, di emigranti, forse troppo lontani per poter tornare al paese per la Festa, e qualche vecchina, ormai sola.
Quando il corteo si fermò, la gente si dispose a ventaglio ed il Maestro salì su un improvvisato podio. Il coro, la Banda, tutti, attendevano il segnale d'attacco.
Per un istante il tempo rimase sospeso... poi iniziò l'esecuzione della "Frottola".
E fu come tenere fra le mani un inatteso gioiello di sbalorditiva fattura!
Tutto era bellissimo ed inaspettato: la musica, ad un tempo vibrante, complessa, popolare, la passione che il coro trasfondeva nel canto, e lo spettacolo del Maestro, che vedevamo dirigere per la prima volta.
Era lì, su quel podio improvvisato; guida per gli esecutori e corista egli stesso, mentre tutto il suo essere vibrava, insieme unico con quella musica che, per suo merito, tornava a nuovo splendore e penetrava negli animi di chi era lì ad ascoltare.
E la musica si diffondeva tutto intorno, insinuandosi tra i vicoli e le case, scorreva lungo il corso, impregnava l'aria e saliva col vento della sera su su, fino alla montagna. E così ad ogni tappa in cui la processione si fermava.
Ed ogni volta musica, spettacolo, esecuzione, partecipazione popolare, ci penetravano fin nel profondo e ci facevano sentire parte di un tutto, di quel tutto unico che in quel momento erano Isnello e la sua gente.
Poi la processione si sciolse fra gli applausi, la folla si sparpagliò per le strade ed il Maestro si unì a noi ed ad una comune amica che nel frattempo ci aveva raggiunti. Sedemmo tutti assieme in un bar lungo il corso ed iniziò quello che mia moglie visse come un'altra emozione, per lei insolita, come straniera catapultata in un pittoresco paese delle Madonie e della Sicilia, dove i rapporti umani gli affetti, l' esteriorizzazione dei sentimenti sono al contempo molto più veri e ...teatrali che altrove.
Fu un via vai continuo di coristi, di amici ,di autorità, di gente comune, di giovani, di anziani che venivano a salutare sì il maestro ma anche e sopratutto Antonio: quel ragazzo di Isnello, che era andato via, un tempo, ad inseguire la musica e che nella musica ormai viveva, portandola agli altri anche con sacrificio di tempo ed energie, con una passione e con un altruismo di cui le testimonianze di affetto ricevute quella sera erano il premio più bello. Così bello che quella sera mia moglie ne fu commossa quasi fino alle lacrime e, avvicinandosi al mio orecchio, ripetendo l'errore che tanti anni fa fece quando venendo, per la prima volta in Sicilia, e attraversando lo stretto di Messina, mi sussurrò: "E' tutto così bello che...devo piovere". Voleva dire: piangere!
Ed ancora oggi, tornando indietro con la memoria, l'emozione è la stessa ed uguale la gratitudine ad Antonio, al suo Coro, ad Isnello.

Paolo e Ulrike Failla