Quel talismano d'ogni bellezza

Quel talismano d'ogni bellezza,
erto di luce sul tuo seno,
forgiato allo stesso stupore del sole...

E la tua danza
poi
di forte sapore
come fosse d'un ninfa
destatasi dall'acque...
A smarrirmi l'anima.
Sotto il giogo
d'un miele infinito.

Gridami.
Gridami ora,
nell'aspro, pregnante sentiero
che muove a te, dalle mie mani.

Gridami. A sferzare il caldo suono
che infrange questa notte.

E poi, come musica che canta tenerezze,
sempre tu infine
a sciogliere i capelli
dentro al tuo racconto di silenzi.

Che sembrerà far rinascere il tempo.
E il respiro e l'estate.

In noi.
Per noi.

Amore mio.













Passerà l'estate

Passerà l'Estate.

Le terre imploranti
il perdono d'un sole
e trasvoli di stelle
in declino, verso il mare.

Passerà l'Estate.

E dal tuo viso
mio amore
rìvoli di miele proverranno
a nutrire le messi dorate,
cresciute ai sonni delle nuove lune.

E il mio cuore

grano a grano
veglierà sui declivi
e le plaghe assorte nei silenzi

Quando allora
il vessillo del tuo nome
si alzerà
tra l'egloghe del vento.

Al suono delle sere.













Poi fu che ci amammo

Presero a cercarmi
le tue perle amare
come il grano verde
al mattino,
bramoso del sole.

Poi fu che ci amammo
dentro al cuore dell'estate

tra le pazzie assetate dei meriggi
e sere ubriache delle troppe stelle...

E il profumo rimase
di quell'erba strappata alla terra
di quel fiore veduto
tra le pietre

al nuovo giorno
nascere per noli.













Lontano da te

Essere lontano da te
è già un atto d'amore e di coraggio.

Seguire nell'aria i tuoi passi.
Prendere parte alle strade che percorri.
Aprirmi al sereno quando tu gioisci.
Far mie le luci e l'ombre di ogni tuo andare.

Si può essere distanti mille e mille leghe
da ciò che ci sta accanto
o saper invece udire il fiato di chi si ama
pur dall'altra metà dell' emisfero...

Ma oggi, amore mio
vorrei andare sulla spiaggia
insieme a te.













Sera

Le leghe dei venti
s'adagiarono a quel mare
là dove il sonno delle navi in rada
si congiungeva
al rosa del tramonto.

Fu allora
che il tuo canto si mosse
erto in quell'aria poca di luce
a ferirmi piano
il silenzio di un cuore.

Fu dolcissimo amarti.

Trarre dal diluvio delle labbra
il miele della prima estate.
Le mani imploranti il biancore dei tuoi seni
nello scrigno cobalto d'una veste.

Ci guardò la notte,
dipinta dai sorrisi del gran Carro.

E una rosa già danzava tra i giardini.